Giovanni Pierucci ricordato dai Prof.i Antonio Oliva e Francesco Ventura e dal Direttivo del GIPF (Gruppo Italiano di Patologia Forense)
La carriera accademica
Nato a Pisa l’11.06.1931, ivi laureato in Medicina e Chirurgia nel 1956, ha svolto la propria attività accademica e di ricerca inizialmente in Anatomia Patologica, dal 1962 in Medicina Legale. Libero docente in Medicina Legale e delle Assicurazioni nel 1965; libero docente in Anatomia ed Istologia Patologica nel 1969. Professore straordinario di Medicina Legale nel 1980, professore ordinario dal 1983. In quiescenza per raggiunti limiti di età dal 1° novembre 2006.
La carriera universitaria si è svolta, in successione, come assistente a Pisa, Genova e Pavia; come Professore di ruolo a Pavia-Varese (1980-1983), a Ferrara (1983-1989), a Pavia (1989-2006).
Una volta in quiescenza ha frequentato ancora assiduamente il Dipartimento di Medicina Legale e Sanità Pubblica dell’Università di Pavia ove ha continuato a svolgere attività di ricerca e professionale medico-forense. Professore emerito presso tale Ateneo per Decreto Ministeriale del 10.12.2007. Successivamente è stato professore a contratto presso scuole di specializzazione in Medicina Legale e presso master su argomenti attinenti.
Membro di diverse società scientifiche medicolegali italiane e internazionali. Per delega della Società Italiana di Medicina Legale, ha promosso nel 1994 la fondazione di un gruppo finalizzato allo studio della patologia forense. E’ stato quindi Presidente del “Gruppo Italiano di Patologia Forense” (GIPF) fino al 2000 e successivamente è stato nominato Presidente Onorario del gruppo.
Il suo ruolo di Maestro
Il ruolo di Grande Maestro per tutti i suoi allievi patologi forensi non solo negli Atenei in cui ha insegnato, ma anche negli eventi nazionali che il GIPF ha organizzato e a cui lui si è sempre dedicato con contributi anche dopo il pensionamento, lo colloca come figura leggendaria della medicina necroscopica italiana.
Autore di numerosissimi articoli scientifici sulla patologia forense, è stato impegnato fino all’ultimo anche in attività didattica per i giovani, in particolare con esercitazioni di istologia forense, in alcune scuole di specializzazione, ed in alcuni master di argomenti pertinenti alla disciplina.
La sua disponibilità per i giovani che si approcciavano alla patologia forense è sempre stata una sua caratteristica umana che andava oltre la sua enorme preparazione scientifica.
L’attività di ricerca è documentata dalla partecipazione attiva a numerosi congressi, nazionali ed internazionali, e da numerose pubblicazioni su riviste nazionali ed estere. Si è occupato, con diversi collaboratori ed allievi, di molteplici tematiche (affrontate a livello istologico, istochimico, ultramicroscopico, chimico) di medicina legale, soprattutto di patologia forense, ottenendo i risultati più interessanti sui seguenti argomenti: morte improvvisa; patologia iatrogena; traumatologia e reazione vitale; pseudoreazioni vitali da manovre rianimatorie; modificazioni putrefattive dei quadri istopatologici usuali; tecnopatie, casistica e quadri sperimentali; pneumoconiosi; elettrocuzione, con messa a punto di metodiche per la evidenziazione di marchi elettrici “latenti”; balistica (morfologia e ultramicroscopia); embolie e microembolie (particolarmente embolia adiposo-midollare); embolia gassosa, con messa a punto di metodiche (1967-1968) validate anche dalla recentissima letteratura e trattatistica internazionali; diversi apporti, anche attualissimi, in materia; asfissie.
Vinse il Premio Internazionale “Buccheri – La Ferla” per la Medicina Legale, anno 2006.
Il Gruppo Italiano di Patologia Forense continuerà l’attività formativa e professionale nel suo indelebile ricordo, ispirandosi non solo ai suoi principi di rigore scientifico ma anche al suo entusiasmo e passione per lo studio della Patologia Forense che ha sempre trasmesso a tutti noi.
Il saluto del Prof. Giovanni Cecchetto e dei Colleghi, Allievi e Amici dell’Istituto di Medicina Legale di Pavia
Caro Giovanni,
Te ne sei andato da gran signore quale sei sempre stato. La tua scomparsa ci reca un enorme dolore, a cui si aggiunge il dispiacere di non averti potuto salutare, nè ora, nè prima. Rispettiamo la tua scelta, perfettamente coerente con la persona che sei stato: umile, riservato, sommesso, ma di assoluta statura morale. Non hai voluto disturbarci, non hai voluto essere celebrato nel giorno del tuo funerale, forse per non distoglierci neppure un attimo dal lavoro, per te sacro e fonte di gioia, e al quale hai dedicato la tua vita intera.
E’ stata fino all’ultimo speranza di tutti rivederti qui a Pavia: quando ti sentivamo al telefono eri sempre lo stesso di sempre, pieno di idee ed entusiasmo per la vita. Tante volte ti abbiamo chiesto se potessimo venire a trovarti, ma non volevi perché a tuo avviso non eri abbastanza “bello”. Volevi sempre mostrarti solo al meglio, come il meglio di te stesso hai sempre dato con grande generosità ai tuoi allievi e alle persone che hanno avuto la fortuna di conoscerti. .
Sei stato il nostro Maestro: in sala autoptica e nelle lunghe sedute istologiche, ove abbiamo imparato tanto; ci ha insegnato a “leggere” nella morte, a tutti i livelli, e soprattutto considerarla come parte ineluttabile del percorso della vita, trovando sempre in essa aspetti positivi, altrimenti difficili da cogliere. La tua visione era profonda, tagliente, chiara e pragmatica. La tua ironia e il tuo senso dell’umorismo ineguagliabili. Il tuo sguardo era sempre quello entusiasta di un ragazzino, di una persona che ama profondamente quello che fa, traendone e trasmettendone gioia.
Sei stato felice, non avevi bisogno d’altro. Hai dedicato la vita al tuo lavoro e all’insegnamento, al nostro Istituto, e l’hai fatto sempre con incrollabile passione.
Anche noi abbiamo fatto parte (e per lunghi tratti lo siamo stati) della tua famiglia. Ora la nostra missione (e la nostra responsabilità) è quella di farti onore e di proseguire nel profondo e indelebile solco che hai tracciato, al fine di dar seguito, e far crescere, la tua più grande passione, e perché no il tuo più grande amore, la Medicina Legale.
Non ti dimenticheremo mai, per tutti noi vivrai per sempre, rimanendo unico e ineguagliabile.
Quando ci salutavamo dicevi “a sempre”, come a dire “sono sempre con te con il cuore”. Eri infatti ben conscio che non ci avresti mai lasciato, consapevolezza che è realtà.
Vivrai sempre in noi, in questo Istituto e nei cuori delle persone che hanno avuto la fortuna di conoscerti.
Un ricordo di Giovanni Pierucci da parte di sue due allieve.
La Prof.ssa Rossana Cecchi:
Il giorno 15 aprile 2025, purtroppo, il nostro caro Maestro Giovanni Pierucci ci ha lasciati. Protagonista sino alla fine della propria vita, è stato una guida amorevolmente autorevole di tanti medici legali giovani e meno giovani.
Come dimenticare l’entusiasmo con cui, assieme all’altrettanto compianto Prof. Angelo Fiori, ha creato e guidato per anni il Gruppo Italiano di Patologia Forense.
L’amore con cui si è dedicato a stimolare nei giovani la passione verso l’autopsia e l’istopatologia forensi.
Il sorriso con cui spiegava i propri casi, i dettagli che ne emergevano e che solo una persona che sa dialogare con un corpo inanime è in grado di cogliere.
La pacatezza con cui esprimeva le Sue opinioni e guidava il gruppo, ha sempre rappresentato il terreno solido su cui il GIPF si è sviluppato ed è riuscito a conquistare vieppiù giovani in formazione e giovani specialisti, che vi hanno trovato la risposta alle loro curiosità, alle loro domande e occasioni gioiose di incontro con altri Colleghi.
Lo scienziato Pierucci
Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e stargli accanto ha certamente avuto il privilegio di approfondire aspetti della nostra disciplina non sempre disponibili ai più. La curiosità verso gli enigmi della morte ha stimolato in Lui il desiderio di impegnarsi nella ricerca di risposte da fornire al magistrato in qualità di prova scientifica. Questo emerge dalla lettura dei lavori di ricerca sperimentale, pubblicati negli anni, che esplorano terreni ampi della patologia e dell’istopatologia forensi, ma anche aspetti di nicchia che possono sembrare, ai disattenti, non meritevoli di attenzione.
Di Lui conservo da sempre, e per sempre, i racconti di capodanni trascorsi nel Suo amato istituto di Pavia, ad attendere i passi -di chi?- che si rendevano udibili alla mezzanotte. Così come, all’apertura delle danze ai congressi del GIPF, farò sempre i primi volteggi condotta da Lui.
L’augurio è che vi siano sempre Maestri in grado di insegnare la responsabilità che ci si assume come medici legali, senza che ciò costituisca un peso troppo grande da sostenere; che siano generosi nel trasmettere le proprie conoscenze ai più giovani, senza mai giudicarli, disponibili a correggerli per farli crescere e diventare dei veri professionisti.Caro Giovanni, Ti abbiamo voluto e Ti vogliamo davvero bene.
La Prof.ssa Valentina Bugelli:
Caro prof Pierucci lei ha avuto tantissimi allievi, io non sono che una delle/dei tanti. Però io di maestri ne ho avuti pochi e la sua assenza già mi pesa come un macigno.
La sua delicatezza nel farmi notare gli errori, il “casino ideologico”, le imprecisioni, sempre con quell’eleganza e intelligenza degne di altri tempi, già mi manca.
Mi vengono le lacrime agli occhi, ma poi penso che dovrei sorridere. Ho avuto la fortuna di avere le sue nozioni, la sua attenzione ed anche il suo affetto.
Ricorderò per sempre quando gli dissi che mi sarei sposata e mi rispose: come se la caverà suo marito con il suo vero grande amore? La medicina legale!!
Non ho conosciuto mai nessuno che amasse con tanta costanza e passione la medicina legale. Senza dimenticare l’umiltà di mettersi a leggere, con noi giovani specializzandi, anche gli esami esterni, per aiutarci a trovare non solo l’amore ma quel “bicchierino del coraggio” che potesse portarci ad amare per sempre la medicina legale.
Arrivederci caro Prof, voleva il tu da me, ma il rispetto e l’ammirazione per lei non me lo hanno mai permesso.
Continuerò a tenermela stretta tutte le volte che siederò al microscopio, quando combatterò il “casino ideologico”, quando cercherò di far capire ai ragazzi che l’istologia non ha solo fini “vacazionali”.
Grazie davvero per tutto,
Valentinissima