Come disciplina, la Medicina Legale deve iniziare a confrontarsi con una realtà di tutela dei Diritti dopo lo scempio che la seconda guerra mondiale ha fatto dell’uomo, scempio che purtroppo ancora oggi non si ferma. E’ bene quindi, per ogni paese che si fregia di essere libero e democratico, fare i conti a casa propria e la nostra Disciplina, avendo l’essere umano al centro del suo interesse, può contribuire parecchio alla tutela di questi Diritti.
Un primo contributo in questa materia è stato fornito l’anno scorso mettendo in risalto la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) che condannava l’Italia in merito ad una vicenda che riguardava la tutela della persona mediante l’istituto dell’Amministrazione di Sostegno (Santovito D. Amministrazione di sostegno: reprimenda CEDU).
Ora vuole qui riportarsi un secondo contributo per far comprendere l’importanza delle sentenze della CEDU ed il riverbero che possono avere anche nella nostra Disciplina.
Sono state pubblicate dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo le statistiche 2023 riguardanti i giudizi espressi nei confronti degli Stati aderenti raggruppate per “violations”, ossia per violazioni della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
Per contestualizzare questi numeri è stata eseguita una breve ricerca sul database Hudoc della CEDU (, ma prima ancora occorre fare alcune precisazioni su cosa si intenda per sentenza (judgement) e decisione (decision).
Dal documento della CEDU “La CEDU in 50 domande” alla domanda n. 37 la risposta riporta: “Una decisione è solitamente emessa da un giudice unico, un Comitato o una Camera della Corte, quando decidano soltanto sulla ricevibilità e non sul merito. Di norma, la Camera esamina ricevibilità e merito congiuntamente; in questo caso la Camera emetterà una sentenza”.
Quindi, se vi è giudizio di irricevibilità è emessa una decisione e la “causa” è cancellata, mentre se vi è una sentenza si entra nel merito e si giudica la sussistenza o meno della violazione imputata allo Stato.
Operate tali distinzioni, sul motore di ricerca HUDOC si è ricercato il numero totale di casi nell’anno 2023 riguardanti l’Italia:
Sono risultati 119 i casi trattati dalla Corte nel 2023 in cui è coinvolta l’Italia, che divengono 117 togliendo 2 inammissibilità dalle 11 decisioni della Chamber, confermando quanto riportato nella tabella 4 del documento “Analysis of statistics 2023”.

Quindi, su 6.931 ricorsi totali nel 2023, 117 (1,7%) hanno riguardato l’Italia. Va anche specificato (vedi Analisys of statistcs 2023” – capitolo C.4) gran parte dei ricorsi sono stati riuniti con il risultato che il numero delle sentenze pronunciate sono state 1.014.
Dallo schema “Violations by Article and by State” emerge che sono coinvolti 47 stati. e che dei 1.014 giudizi giunti a sentenza, 892 (87,9%) si sono conclusi con il riconoscimento di almeno una violazione dei Diritti tutelati dalla Convenzione Europea.
Lo Stato italiano è stato coinvolto in 52 giudizi e in 48 (92%) giudizi è stata riconosciuta almeno una violazione alla Convenzione e in 3 casi l’assenza di violazione.
Le violazioni, a maggior interesse medico legale, che hanno maggiormente trovato soccombente l’Italia sono quelle che si riferiscono a:
- Art. 5 (n.14): diritto alla libertà e alla sicurezza;
- Art. 3 (n. 9): proibizione della tortura;
- Art. 6 (n.8+8): diritto ad un equo processo;
Pur tralasciando l’art. 6, gli altri due articoli hanno una inevitabile correlazione con la nostra Disciplina, che ha in sé tutte le potenzialità di poter fornire elementi di tutela alla persona che ben possono essere considerati anche in sede sovranazionale.
È, peraltro, anche vera la soluzione inversa: lo studio delle sentenze CEDU permette alla nostra disciplina di fare propri principi di diritto sovranazionale a cui è tenuto anche il nostro paese come abbiamo, per esempio, già fatto nel caso dell’amministrazione di sostegno precedentemente citata..
C’è quindi da riflettere e a lungo.
Qui sotto potete leggere e scaricare, per avere un quadro più completo, l’intera pubblicazione sui risultati statistici del 2023 proposti dalla CEDU.